
Navigare in maniera efficiente e confortevole in tutte le andature del kitesurf richiede una postura corretta che coinvolge testa, spalle, torso, braccia, mani, bacino e gambe. Chi cura questo aspetto non solo abbandona per sempre il livello principiante, ma si stanca meno, migliora la planata ed è pronto per raggiungere un traguardo importante: la bolina.
La planata nel kitesurf è tutto. I primi momenti nella vita di un kiter, quella sensazione magica di ritrovarsi in piedi sulla tavola e cominciare a planare è un’esperienza unica che lascia un’euforia che è impossibile dimenticare, anzi che può quasi immediatamente dare una certa dipendenza. L’apprendimento del kitesurf ormai così popolare e apprezzata nel mondo non è tuttavia immune da alcuni momenti di frustrazione, anche quando quello step fondamentale, ossia la partenza dall’acqua (waterstart), sorta di biglietto d’ingresso nella tribù dei kiters, è stato superato. Navigare in maniera efficiente, confortevole e in ogni condizione meteomarina richiede infatti una certa pratica e soprattutto un’attenta cura della postura e del corretto assetto del rider. Chi si concentra e migliora questo aspetto può essere certo di migliorare le proprie planate e soprattutto raggiungere in fretta un altro traguardo importante che distingue un principiante da un rider esperto: navigare di bolina.
Lo scarroccio, incubo del principiante
Naturalmente un bel vento sostenuto, diciamo dai 18 ai 22 nodi, aiuta molto ed è un fattore decisivo per progredire, ma a prescindere da questo una buona posizione del corpo può fare molta differenza ed evitare la cosiddetta “camminata della vergogna”, ossia il ritornare al punto di partenza a piedi lungo la spiaggia dopo che durante la navigazione non si è riusciti a limitare lo scarroccio e quindi si è persa parecchia acqua sottovento. Chi sa andare bene in kitesurf non ha questo problema e in ogni condizione è in grado di risalire il vento, così da rientrare in spiaggia sempre dal punto in cui si è usciti.
Imperativo: guarda dove vai!
Vediamo allora come deve essere questa posizione corretta del corpo in andatura. Partiamo dalla testa. Questa dovrebbe essere rivolta nella direzione esatta in cui vuole dirigersi il kiter, il che comporta che tutto il corpo ruoti a sua volta e si allinei in maniera naturale in quella direzione. Un concetto fondamentale, tipico di tutti gli sport da tavola, dal surf allo skateboard: il corpo segue la testa, anzi lo sguardo. Vuoi girare a destra? Gira la testa e guarda in quella precisa direzione e prima le spalle, quindi il torso ruoteranno a loro volta nella stessa direzione permettendoti di curvare.
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Mani vicine e schiena all’indietro
Passiamo alle spalle che nella planata del kitesurf sono fondamentali. Abbiamo detto che si allineano naturalmente con la testa. Oltre a questo cerchiamo di aprirle ruotandole leggermente in modo che il petto sia rivolto quasi sopravento. Fondamentale in questo caso tenere le mani sulla barra in posizione più accentrata possibile. Se viceversa le mani rimangono larghe ruotare le spalle sarà praticamente impossibile. Provare per credere. Le braccia poi dovrebbero essere lasciate un po’ distese. Importante è anche che la schiena rimanga dritta e che il peso sia ben scaricato da questa sul trapezio con una posizione del bacino che spinge all’infuori. Due sono gli elementi che contraddistinguono un principiante in navigazione: le mani larghe sulla barra e la schiena a “gancio” ossia incurvata in avanti e con il bacino che rimane all’indietro; in questo modo il corpo non scarica a sufficienza la trazione dell’ala sul trapezio, anzi fa lavorare dannosamente i muscoli lombari con il rischio di dolori e contratture in questa zona e soprattutto rimane rivolto verso il kite proiettandosi in avanti ogni volta che l’ala in movimento tira di più.
Peso centrato: la tavola non è un motoscafo
Per concentrarci su kitesurf e planata veniamo alla distribuzione del peso sulla tavola. Uno degli errori più comuni quando si inizia a navigare è quello di caricare troppo la gamba posteriore. Questa concentrazione del peso sulla poppa è assolutamente corretta durante la waterstart perché la tavola con il peso arretrato e la prua scarica si comporta come un motoscafo entrando immediatamente in planata. Ma in andatura il peso deve essere ridistribuito in maniera più centrale. In genere il principiante crede erroneamente che mantenere la maggior parte del peso sulla gamba posteriore prevenga il rischio di catapulta in avanti. In realtà a prevenire la catapulta non è il peso ma il fatto che la gamba anteriore rimanga ben distesa (esattamente come accade nel windsurf). Un’altra conseguenza disastrosa del caricare troppo la poppa è che la parte anteriore del rail rimane troppo sollevata invece di essere ben piantata in acqua, contrastare lo scarroccio e dare direzione alla tavola, con il risultato che se si prova a bolinare è molto più difficile tenere la tavola in quella direzione perché è come se la prua non avesse grip sull’acqua.
Insomma sul tema kitesurf e planata sono pochi ma fondamentali dettagli quelli che determinano un assetto corretto del rider: testa girata nella direzione voluta, spalle aperte, petto ruotato leggermente sopravento, braccia distese, mani centrali sulla barra, schiena dritta e bacino all’infuori, peso equamente distribuito tra poppa e prua della tavola, gamba anteriore ben distesa. All’inizio concentratevi su ognuno di questi elementi, poi man mano vedrete che i muscoli e il cervello li memorizzeranno e diventeranno la vostra posizione automatica: bella, stilosa e pronta a manovre mozzafiato.