
Partito per trascorrere una serena vacanza in Kenya, praticare il kitesurf e raccontare il suo viaggio nei canali Social, il kiter Piotr Litwiniuk è stato arrestato per avere pilotato un drone nei pressi della villa di un importante politico locale. L’iniziale accusa di terrorismo e spionaggio è caduta, ma rischia lo stesso il carcere duro.
“Onestamente ho paura per la mia vita. Il mio unico sogno è quello di tornare a casa e porre fine a questo incubo”. Lancia un grido di aiuto attraverso la sua pagina Facebook Piotr Litwiniuk, un kiter polacco che attualmente si trova al centro di una brutta vicenda in Kenya, Sud Africa. In molti probabilmente hanno visto la serie britannica Prigionieri di viaggio (titolo originale “Locked up abroad”), una ben riuscita docufiction che narra le storie vere di ignari turisti in giro per il mondo che finiscono per errore in prigione, spesso in posti terrificanti dove anche i più semplici diritti umani vengono calpestati. Sono disavventure assurde, ma purtroppo tragicamente reali, proprio come quella che sta vivendo Piotr Litwiniuk.
Partito per una vacanza di sport, sole e mare tropicale, come spesso fanno i kiters che viaggiano in giro per il mondo alla ricerca di onde e vento, Piotr, kiter appassionato e istruttore della disciplina, quest’anno aveva scelto le spiagge incontaminate del Kenya per “svernare”, ossia trascorre al caldo i mesi invernali che nel suo paese, la Polonia, sono quanto mai rigidi. Aveva così raggiunto un gruppo di amici e abitava con loro in una villa affacciata sull’oceano Indiano, alternando uscite in mare con la tavola e il kite al relax e all’atmosfera rilassata tipica di questo bellissimo paese ricco di natura lussureggiante e parchi nazionali dove vivono animali selvatici che sono la meta privilegiata di quanti amano i safari.
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Quel volo di drone non autorizzato…
E come fanno ormai molti praticanti di watersports, Piotr aveva portato con sé un drone dotato di telecamera per immortalare le sue evoluzioni in acqua e quelle degli amici, nonché i paesaggi e lo splendido territorio keniano, tra i più suggestivi tra quelli africani. Pilotare un drone oggi è molto facile e non c’è video, soprattutto di action sports, che non contenga le suggestive immagini riprese dall’alto di questi mezzi straordinari. Proprio quel drone tuttavia nelle mani di Piotr Litwiniuk si è rivelato un’arma a doppio taglio che ha trasformato drammaticamente le sorti di quella che sulla carta doveva essere una vacanza da sogno.
Il suo drone infatti è stato avvistato vicino alla casa di un politico locale di alto profilo e Piotr, che è straniero, un “mzungu”, come vengono definite a volte in senso spregiativo le persone bianche dai kenyani, lo scorso 30 marzo è stato arrestato con la grave accusa di spionaggio e terrorismo. È stato quindi interrogato dall’Interpol. Sembra il racconto di un film, un thriller, eppure che la situazione fosse davvero drammatica Piotr lo ha realizzato subito. Ricordiamo che il Kenya è un paese in guerra con la Somalia e ad alto tasso di rischio di terrorismo tanto da essere inserito nella “black list” della nostra Farnesina, nonostante ci siano migliaia di stranieri che vivono stabilmente nel paese: inglesi e italiani soprattutto, ma anche nord europei, americani, giapponesi e australiani.
Una leggerezza che gli sta costando cara
L’utilizzo del drone inoltre in Kenya è strettamente disciplinato, limitato a lavori professionali e soggetto a restrizioni e permessi speciali rilasciati dalla Polizia e dal Governo. Era a conoscenza il kiter Piotr di questa normativa locale? Difficile credere il contrario, visto che in tutto il mondo l’uso dei droni è regolamentato e sanzionato e all’ingresso in Kenya l’eventuale presenza di droni nel proprio bagaglio deve essere espressamente dichiarata e autorizzata.
Una leggerezza la sua, sicuramente in buona fede e commessa solo in nome dello sport e del turismo in questo territorio. Solo che questa leggerezza ora gli sta costando un prezzo molto salato. Fortunatamente i servizi che lo hanno interrogato hanno capito che non era un terrorista, ma semplicemente un turista. Le accuse di terrorismo e spionaggio sono state quindi sostituite da quattro imputazioni relative al pilotaggio di un drone.
Piotr, trattato come un vero criminale
Ad oggi il kiter Piotr Litwiniuk rischia una multa di 80 mila dollari oppure 6 mesi di prigione se l’ammenda non viene pagata. Non può tornare a casa perché il sistema giudiziario keniota gli ha confiscato il passaporto. La situazione è seria a e il suo caso è stato divulgato alla stampa internazionale. La scheda SD che la polizia del Kenya ha sequestrato a Piotr contiene immagini ordinarie e turistiche per i suoi social media e anche foto per aiutare i suoi amici locali e il loro business. Ma di fatto il governo kenyano vuole punirlo in modo esemplare, visto che il calibro delle accuse è oggettivamente sproporzionato al suo comportamento, per quanto illegale.
Il ragazzo è giustamente disperato e di recente la sua famiglia e i suoi amici hanno lanciato una campagna internazionale di solidarietà. Vogliono raccogliere i fondi necessari per la sua assistenza legale, per sostenere le spese processuali, pagare la stratosferica multa e il suo viaggio di ritorno dal Kenya in Polonia. “Piotr – dice il comunicato – è molte cose: un viaggiatore, un kitesurfer, uno scalatore, un freerider, uno skipper, un grande fotografo, un ballerino e il miglior giardiniere. Fondatore della scuola di kitesurf No Limits, è amico di tutti e una persona per bene. Certo non è un criminale. Chiediamo solidarietà”.
L’appello per tirarlo fuori da un incubo
Ancora più drammatico il messaggio personale che Piotr ha lanciato dalla sua pagina Facebook: “Cari sostenitori, ho le mani legate e mi sento impotente. Sono rappresentato da buoni avvocati che ho acquisito grazie al sostegno di amici locali. Il caso è molto complicato e non si sa come andrà a finire. Temo un’enorme sanzione finanziaria fino a 80.000 dollari che semplicemente non posso permettermi. La conseguenza del mancato pagamento della multa è l’incarcerazione in una delle prigioni keniote. Conduco una vita semplice. Ho fondato e gestisco una piccola scuola di kitesurf. Cerco di vivere la vita al massimo attraverso lo sport, facendo amicizie e portando loro gioia. Non ho grandi aspettative. È difficile per me chiedere aiuto, non sono mai stato in una situazione del genere e non mi sento a mio agio. Tuttavia, senza il vostro aiuto, la mia posizione potrebbe cambiare drasticamente. In modo simbolico, vorrei ringraziare ogni persona che sostiene questa donazione. Sarò estremamente grato per ogni sostegno che avete dimostrato”.
Chi vuole aiutare in qualche modo Piotr Litwiniuk può farlo tramite la pagina: Riportiamolo a casa
Speriamo si risolva per il meglio ,per come conosco quel territorio ,riuscirà a cavarsela ma ci vorrà un po di tempo , il Kenya non è in sud africa ma è east africa,.
il paese non è in guerra con la Somalia ma oggettivamente in virtù della partecipazione dell esercito del Kenya alla forza di pace africana in Somalia, ha comportato che Al Shabaab compie spesso attentati, spesso nella capitale Nairobi, e molto rischioso per il turista la località Lamu, al confine appunto con la Somalia.